WOMANSPLAINING- puntata Uno- Il diritto di aborto in Francia

7 Marzo 2024
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Articolo a cura di Jenny Victoria Lucidi

In Francia l’aborto diventa diritto costituzionale
La storia francese sembra dipingersi di una nuova rivoluzione. È la Francia, infatti, il primo Paese al mondo ad iscrivere in Costituzione il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. La modifica del testo costituzionale è stata approvata dalla maggioranza dei membri del Parlamento: la maggioranza dei 3/5 necessaria per modificare la Costituzione è stata ampiamente raggiunta con 780 voti a favore e 72 contrari. Così all’articolo 34 è stata introdotta la frase: “La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso ad una interruzione volontaria di gravidanza”.

Non sono mancate le critiche, in particolar modo dal mondo cattolico, Vaticano in primis, ma anche da parte della Conferenza Episcopale di Francia. I vescovi francesi hanno lanciato un appello al digiuno e alla preghiera, mentre alcune centinaia di manifestanti antiabortisti si sono riuniti nei pressi di Versailles, luogo in cui eccezionalmente si è tenuta la seduta del Parlamento, per protestare contro la riforma costituzionale, contestando il fatto che i medici non avranno più modo di esercitare il loro diritto all’obiezione di coscienza.

Contestazioni a parte, resta il fatto che la Francia riesce a scrivere, ancora una volta, una nuova pagina della storia dei diritti e delle libertà fondamentali. La stessa pagina che l’Italia sembra aver accartocciato e gettato via, specialmente negli ultimi anni.

L’Italia che emula l’Ungheria
Victor Orban nel redigere la nuova Costituzione ungherese, entrata in vigore il 1° gennaio 2012, garantisce che la vita del feto sarebbe stata protetta sin dal suo concepimento. Sulla sua scia, nel 2022 Maurizio Gasparri presenta un disegno di legge che mira a modificare l’articolo 1 del Codice civile. La norma prevede attualmente che l’individuo acquisisca capacità giuridica al momento della nascita, il disegno di legge di Gasparri invece prevede che l’acquisizione della capacità giuridica sia spostata al momento del concepimento, andando palesemente a pregiudicare la legislazione in materia di aborto, in quanto la figura della donna viene tramutata da libero soggetto consapevole e autodeterminato in un’omicida.

Un cuore che batte
Ricordiamo poi la proposta di legge d’iniziativa popolare “Un cuore che batte” che, raggiunte le 106mila firme, è approdata il 21 febbraio 2024 alle Commissioni riunite di Giustizia e Affari Sociali. Il VI Municipio di Roma si era fatto promotore della raccolta firme per tale proposta di legge, promossa da realtà associative ultracattoliche antiabortiste del calibro di Pro Vita & Famiglia. Il progetto di legge in questione prevede di inserire nell’articolo 14 della legge 194/1978 il comma 1-bis secondo cui, il medico che effettua la visita per l’interruzione volontaria di gravidanza “è obbligato a far vedere – tramite esami strumentali alla donna intenzionata ad abortire – il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”. Secondo la vigente legislazione, l’ecografia non costituisce un passaggio obbligato nell’iter dell’interruzione volontaria di gravidanza; il chiaro obiettivo degli antiabortisti sarebbe scoraggiare la donna dall’interrompere la gravidanza, nella speranza che all’ascolto del battito del feto la donna possa rinunciare. È opportuno soffermarsi anche sull’elemento del battito fetale, perché le leggi sul battito cardiaco fetale sono caratteristiche della legislazione antiabortista negli Stati Uniti e dal 2022 in Ungheria le donne sono obbligate a sentire il battito del feto prima di accedere all’interruzione volontaria di gravidanza. Con la suddetta proposta di legge, comunque, non è la prima volta che in Italia si scomoda il battito del feto, nel 2022, diverse donne in Umbria e nelle Marche hanno denunciato di essere state costrette a sentirlo prima di poter accedere all’IVG. L’articolo 14 della legge 194/1998 mira a rispettare la dignità personale della donna, in un contesto in cui il medico è tenuto a fornire alla stessa le informazioni e le indicazioni necessarie così da renderla partecipe dei procedimenti abortivi. L’ascolto del battito fetale non è altro che una lesione della dignità della donna, la stessa dignità che l’articolo 14 promette di tutelare.

I tagli ai consultori
Sempre in Italia i consultori continuano ad essere depotenziati ed i fondi ad essi destinati vengono dirottati alle politiche della famiglia, nella sciocca e riduttiva convinzione che il diritto all’autodeterminazione della donna elida il diritto di quello stesso corpo ad accogliere la maternità. Possiamo solo guardare alla Francia con grande ammirazione, con la consapevolezza e la speranza che un giorno anche noi italiani riusciremo a conquistare questo diritto e ad annoverarlo tra i fondamentali della nostra Costituzione. Ma dipenderà solo da noi, per cui non smettiamo di lottare, soprattutto nei confronti di un numero sempre più alto di personale medico-sanitario obiettore che ad oggi, insieme alla carenza di fondi, costituisce il principale ostacolo alla corretta applicazione della legge 194/1978 – se l’obiezione di coscienza negli anni Settanta poteva costituire l’ago della bilancia, il frutto di un compromesso che portò all’emanazione della stessa 194, ad oggi, nel 2024, non possiamo più permetterci che svolga un ruolo così decisivo. Il corpo è il nostro e decidiamo noi e, che piaccia o meno, da qui si deve partire.