Diamo l’esempio. Una generazione per l’Italia

18 Aprile 2019
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Questo non è un post facile da scrivere o da pensare.

Non è un post facile da scrivere perché arriva in colpevolissimo ritardo, alla fine di una lunga ed estenuante ricerca del punto d’incontro, del “minimo comune”. Nella violenza intellettuale della logica degli schieramenti, la ricerca del compromesso è l’unico atto di civiltà possibile, e noi crediamo nella ricerca del compromesso.

Il campo diviso della sinistra, giovanile e non, separato, costretto in lunghissimi giochini di potere più che in effettive valutazioni, fa bene solo alle destre, e a chi spera in un ritorno da questi giochini. Non fa bene ai militanti, non fa bene a chi da sempre si pone in un campo ideologico, prima che sotto un determinato simbolo piuttosto che un altro, non fa bene a noi giovani, che divisi perdiamo la forza per combattere le giuste battaglie generazionali che dobbiamo combattere. Non fa bene al futuro della politica, che si prospetta frammentato e svilito, insensibile alla lotta politica.

La responsabilità citata da Sasso è una responsabilità di tutti noi, la responsabilità di ripartire insieme, di cercare il compromesso, di unirci nuovamente, finalmente.

Ai nostri dirigenti diciamo “vi capiamo”. Le scelte e gli errori del passato sono comprensibilmente difficili da superare, ma è in quest’ottica che si svolge, nella sua forma più pura, la responsabilità di cercare il dialogo partendo dalle cose che ci accomunano, prima che da quelle che ci distinguono.

E’ il momento di porre le basi per quella che sarà l’effettiva rifondazione della giovanile, ed è il momento di mettere da parte le comprensibili apprensioni, per cercare di cambiare il futuro.

Che, e può sembrare una banalità, passa prima di tutto da noi.