Scuola fino a luglio? La parola agli studenti

16 Dicembre 2020
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La Ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, ha proposto il prolungamento della scuola fino a luglio 2021. L’associazione dei presidi ha già dato la propria conferma e disponibilità per far sì che tutto ciò avvenga. Tutto questo però è stato fatto senza consultare i sindacati e, soprattutto, non sono stati interpellati gli studenti. Come al solito trascurati da un sistema scolastico che dovrebbe tutelarli.
Noi Giovani Democratici abbiamo chiesto un parere al Presidente della Consulta Regionale degli Studenti, Andrea Sebastianelli, in merito alla questione.

Credi che il prolungamento della scuola fino a luglio sia una soluzione ai problemi degli studenti? 

A questa domanda rispondo con un altra domanda: quali sono i veri problemi degli studenti? Per quanto mi riguarda e per quanto sono riuscito a capire in questo periodo, gli alunni hanno un forte bisogno di vivere insieme un percorso come quello didattico che ti forma prima come persona e poi come studente.

La DaD è l’unica soluzione trovata per poter proseguire il percorso scolastico ma non è detto che sia il più giusto, anzi: i problemi legati a questa nuova forma di istruzione sono innumerevoli a cominciare dall’assurda situazione di chi trascorre 6 ore consecutive davanti al monitor di uno schermo 5 giorni a settimana (solo perché poi il sabato ne fa 5, non perché non ci sia scuola) fino ad arrivare a chi ha problemi con l’usufrutto della didattica stessa, vuoi per una mancanza di dispositivo (problema pseudo risolto con l’usufrutto gratuito da parte degli istituti scolastici, dove ha funzionato) o per la connessione internet scarsa.

In sintesi, il diritto allo studio, è stato per un po’ di tempo lasciato da parte, nonostante le rivendicazioni di numerosi sindacati studenteschi e non.

Come valuti il fatto che gli studenti non sono stati minimamente interpellati per questa decisione?

Quello che personalmente penso è che il modo che si sta tutt’ora usando per affrontare questa situazione sia assurdo perché si basa sull’aspettare di capire come evolve la situazione e agire di conseguenza. Il problema sta appunto in questo, dove così facendo si ha una grande incertezza di ciò che verrà.

Quello che chiedono gli studenti sono solo queste certezze (ed è qui che arrivo alla conclusione) e l’unica certezza che voglio darci qual è? Di andare a scuola fino a luglio ed anche il sabato, lasciando inteso che il duro lavoro fatto per permettere a tutti di seguire le lezioni online e il tempo trascorso davanti al computer è perso. Che se mai si ritornasse a una situazione pseudo normale, uscendo da questo scenario apocalittico, i ragazzi che (socialmente parlando) hanno sofferto più di tutti la pandemia, vedrebbero venir meno le proprie occasioni ludiche ricreative in cui magari dedicarsi anche ad attività culturali (di cui la scuola dovrebbe esserne promotore) al di fuori dall’ambito scolastico.

Per questo, assieme ad altri presidenti dei coordinatori regionali delle consulte provinciali, mi sto muovendo per affrontare una discussione con chi di dovere, facendo emergere quelle che sono le vere esigenze degli studenti di cui ogni volta si parla, ma che non sono quasi mai tenute in considerazione.

Come Giovani Democratici Marche ci stringiamo intorno agli studenti per aiutarli nella loro battaglia. La soluzione ai problemi dei ragazzi non sarà sicuramente quella di prolungare la durata dell’anno scolastico. Durante il periodo di didattica digitale i ragazzi hanno lavorato e quel lavoro va riconosciuto. Serve una proposta valida, come quella già avanzata da qualche Rappresentante d’Istituto degli alunni. Serve una riduzione del programma scolastico, per un minore carico di lavoro in vista dei recuperi sulle lacune del programma di quest’anno.