No, la Politica non è un gioco

28 Gennaio 2022
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  • Elezioni Quirinale

In questi giorni stiamo assistendo ad uno show, dove attori e registi, si impegnano in sfarzose piroette senza però fare alcun passo. Ed è questo il grande paradosso di queste elezioni, che si ricordano essere il momento più alto della vita civile ed istituzionale. Ormai anche la Politica è stata ridotta, da chi la fa e spesso da chi la racconta, ad un grande reality. La cosa triste? E’ che di realtà, li in mezzo, ce ne è veramente poca.

Tra nomi simpatici, imbarazzanti e fatti a caso

Tra veti, rumorosi silenzi e urla prive di parole. Ecco, tra tutte queste cose, si erge la politica del contemporaneo. Un immobilismo spettacolare, in tutti i sensi ed accezioni. I media ne fanno da contorno, ne riportano morbosamente interviste, istanti e grandi fantasticazioni. Collegamenti h24, supposizioni e irriverenti dichiarazioni. Abbiamo trasformato il Parlamento, la grande Chiesa laica, in un Colosseo dove ad essere sbranata è stata la Politica stessa. Eppure, tra un no e un non lo so, il resto del Mondo avanza, guarda la realtà in faccia. Una realtà sempre più complessa e complicata ma che noi in Italia, soprattutto, cerchiamo di descriverla nella maniera più semplicistica e banale possibile.

La Politica dello spettacolo

Una credibilità della classe politica sempre più blanda è accompagnata da racconti spesso impietosi, che abbracciano la pancia piuttosto che la testa o il cuore delle persone. Ma il senso di responsabilità in tutto questo? Da parte di chi la Politica la fa, o la dovrebbe fare. E da parte di chi la Politica la racconta, o lo dovrebbe fare. Questa responsabilità mi sembra essere venuta meno, collassata sul senso spettacolaristico di una società sempre più volta al detto che al fatto. Che sposa il caotico rumore privo di qualsiasi significato, purché sia un quantitativo rumore. Una società che preferisce la quantità (di informazioni, di parole, di caos e di voti) alla qualità (ideali, culture, valori e rispetto). Ecco, queste elezioni ancora non ci hanno dato un Presidente, ma di certo ci hanno dimostrato ancora una volta come sia necessario un cambio di marcia, e di paradigma.

Cambiamo il paradigma

È vero che l’informazione è cambiata, la Politica stessa è profondamente cambiata. Ma non è detto che l’unica soluzione sia quella di adeguarsi a questo cambiamento, un cambiamento tra l’altro che risulta devoto all’immobilismo totale. E allora serve quella cosa che sta mancando in questi giorni, il coraggio. Il coraggio di dire no alla spettacolarizzazione della politica e del racconto politico. Di dire no a giochi di potere che non tengono conto delle esigenze del Paese e del Mondo. No a sistemi che non funzionano e che vanno cambiati. No a chi urla, chi rende la Politica un personalismo e chi non rispetta le istituzioni.

Ci tengo a ribadirlo

Ci tengo a ribadirlo. No, la Politica non è un gioco. Richiede serietà, duro lavoro, impegno e sacrificio. Cose che non sono completamente assenti o estranee, come alcuni vogliono affermare. Richiede competenza, rispetto e vicinanza alla comunità e cittadinanza. Non servono click o consensi volatili. Servono progetti, visioni e valori. Serve coraggio e audacia. Avanza una sola richiesta, che è forse la madre delle richieste, ma che più di tutte potrebbe essere la risposta ad ogni nostro problema, o quasi. Basta parlare, agiamo. Meno parole, meno caos, più silenzio e più fatti. L’Italia, l’Europa e il Mondo hanno bisogno di azioni, non di parole. La Politica non ha bisogno di spettatori. Ha bisogno di cittadini, d’Italia – Europa – Mondo che si assumono l’impegno di cambiare il paradigma della società e di renderla un po’ più giusta.

L’eredità di David Sassoli

Mi chiedo, è già finito l’esempio di David Sassoli? Da tutti lodato e santificato per il suo impegno. Esempio che a detta di molti sarà portato avanti, nelle azioni future. Bene, allora fate. Perché David, ha fatto e ha fatto tanto. La Politica sia come David, persona mite ma laboriosa. Solidale e coraggiosa. Perché si, la speranza siamo noi, ma la speranza, dobbiamo costruirla.