APPELLO VOTO FUORISEDE

12 Aprile 2017
262 visualizzazioni

I Giovani Democratici delle Marche, conformemente ai loro principi e ai loro valori, promuovono questo appello volto a chiedere un impegno ai candidati alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico, sulla necessità di introdurre, nella nostra legislazione elettorale, un meccanismo che permetta agli studenti, che studiano in una città diversa da quella nella quale risiedono, di esercitare il loro diritto di voto fuori sede.

Ancor oggi, purtroppo, in occasione di tornate elettorali o referendum, migliaia e migliaia di studenti sono costretti a dover sacrificare il loro diritto di voto, in luogo del diritto allo studio. Si rinuncia a votare, a partecipare con metodo democratico alla vita del nostro Paese. E le ragioni sono tanto di natura economica quanto di natura organizzativa, legate appunto alla vita da studente. Tornare a casa costa. Gli scarni rimborsi per treni, aerei, o altri mezzi di trasporto, falliscono il loro obiettivo di garantire un effettivo sostentamento alle spese di viaggio. Sempre e comunque lo studente, o come spesso accade la sua famiglia, dovrà rimetterci di tasca propria. Senza parlare poi del notevole disagio logistico che si vive ogni qualvolta bisogna programmare un ritorno a casa: saltare lezioni (alle volte a frequenza obbligatoria), corsi di lingua, seminari, dover rinunciare a giornate di studio o addirittura a sessioni d’esami.

In una visione di bilanciamento tra prerogative costituzionali quali il diritto allo studio e la libertà di partecipazione politica, l’articolo 3 secondo comma della Costituzione stabilisce che l’ordinamento è tenuto a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla realizzazione dell’eguaglianza tra gli individui. Calandoci nel caso di specie, rimuovere questi ostacoli significa predisporre gli strumenti necessari affinché agli elettori, che per motivi di studio siano impossibilitati a recarsi nel loro seggio di residenza, possa comunque essere garantita la partecipazione democratica alla vita del Paese.

Con la legge 52/2015 (il cd. Italicum) il Parlamento ha introdotto – giustamente – la possibilità per i soggetti che si trovino temporaneamente all’estero per ragioni di studio, lavoro o cure mediche, di poter esercitare il loro diritto di voto, attraverso i servizi consolari dei Paesi nei quali soggiornano. Questo però crea un evidente paradosso nella nostra legislazione elettorale. Volendo esemplificare, uno studente che svolge un periodo Erasmus a Riga potrà votare “a distanza”; un altro, invece, che da Torino, decide di continuare i suoi studi a Bari, sarà costretto a far ritorno a casa in occasione di elezioni o referendum.

Alla fine del mese di marzo, presso la sala stampa di Montecitorio, alla presenza del Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, sono state presentate le proposte di legge sul voto fuori sede, alle cui formulazione i GD Marche hanno partecipato attivamente.

 

Chiediamo, dunque, che i candidati alla Segreteria Nazionale del Partito Democratico, si assumano l’impegno di dar seguito a queste iniziative legislative, inserendo nel loro programma congressuale un punto su questo tema.