VORREI CHE TU FOSSI DONNA

13 Marzo 2017
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Carissimo,
vorrei che tu fossi donna, lo vorrei ogni giorno dell’anno e non solo all’approssimarsi dell’8 marzo, giorno della festa della donna quando viene spontaneo chiedersi quale sia la condizione femminile.
Vorrei che tu fossi donna quando, guardando al mondo nel suo complesso, ti accorgi che anche se nei paesi cosiddetti civilizzati è in notevole aumento il numero di donne che ricoprono incarichi di prestigio e responsabilità nella politica, nell’economia, nelle scienze, non esiste nazione al mondo che possa dire di aver raggiunto la parità dei sessi, nessuna nazione al mondo dove le donne possono vantare di aver ricevuto gli stessi diritti e opportunità degli uomini.
Vorrei che tu fossi donna quando leggi l’articolo 3 della Costituzione italiana, la negazione di ogni differenza tra uomo e donna, tra cittadino e cittadina e ti accorgi che la realtà è molto diversa perchè in una giornata media le donne rispetto agli uomini hanno un’ora in meno di tempo libero, quasi quattro ore in più di lavoro familiare e circa due ore in meno di occupazione retribuita. Vorrei che tu fossi donna quando ti impongono le dimissioni in bianco, quando devi scegliere tra avanzamento in carriera e una famiglia.
Vorrei che tu fossi donna quando sui giornali e alla televisione senti parlare delle vittime di violenze fisiche e sessuali da parte degli uomini che dicevano di “amarle”.
Vorrei che tu fossi donna quando qualcun altro decide per il tuo corpo a posto tuo.
Vorrei che tu fossi donna quando ricopri una carica importante (in politica come in un’azienda) e vieni accusata di averla raggiunta non per le tue capacità e competenze, ma perché magari hai gli occhi azzurri, o i capelli neri, o sei amica del capo di turno.
Vorrei che tu fossi donna quando, parlando di femminismo, vieni accusata di odiare gli uomini, quando invece sarebbe bello ridare popolarità alla parola “femminismo” ovvero a quella che per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti, pari opportunità. Femminismo è l’uguaglianza politica, economica e sociale dei sessi. Femminismo è libertà e possibilità, è libertà di prendere decisioni che riguardano il proprio corpo, è possibilità di fare un discorso in difesa delle donne yazide ridotte in schiavitù dai miliziani dello Stato Islamico alle Nazioni Unite, come ha fatto Amal Clooney, senza dover essere notate per aver indossato un paio di tacchi durante la gravidanza; è libertà di fare un servizio fotografico per Vanity Fair pur essendo ambasciatrice ONU come ha fatto Emma Watson senza dover essere accusate di ipocrisia.
Vorrei che tu fossi donna e riuscissi a capire quanta strada dobbiamo ancora fare, quante battaglie ancora da combattere per raggiungere la piena parità di genere, eppure vorrei che tu fossi donna perché la vita è una scoperta infinita e non ci si annoia mai e perché, come scrive Oriana Fallaci: <<Vorrei che tu fossi una donna. Vorrei che tu provassi un giorno ciò che provo io: non sono affatto d’accordo con la mia mamma la quale pensa che nascere donna sia una disgrazia. La mia mamma quando è molto infelice, sospira: “Ah, se fossi nata uomo!”. Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini. Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante. È un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che richiede di essere ascoltata. Faticherai tanto a ripeterlo. E spesso, quasi sempre, perderai. Ma non dovrai scoraggiarti. Battersi è molto più bello che vincere, viaggiare è molto più divertente che arrivare. Sì, spero che tu sia una donna>>. 

 

Martina Ortolani

Responsabile Diritti dei Giovani Democratici delle Marche