I giovani e il #4Marzo

19 Febbraio 2018
409 visualizzazioni

Verso il voto del 4 Marzo abbiamo chiesto ad alcuni nuovi iscritti del circolo dei Giovani Democratici di Ancona il loro pensiero sulla politica e la fase che stiamo vivendo. Per raccontare quella realtà che è il territorio, la “base” che rappresenta l’umanità e la forza della nostra organizzazione.
Sono rispettivamente Nicole Baldinelli (N), 21 anni, studentessa al terzo anno di Giurisprudenza e baby sitter nei weekend; Antonio Fogliardi (A), 19 anni, studente di Enologia e arbitro di calcio; Filippo Lucchetti (F), 20 anni, studente al secondo anno di Economia.

Come mai ti sei avvicinato/a alla politica giovanile?
N: grazie ad alcuni miei compagni dell’università, con la motivazione, spero non banale, di voler essere di aiuto per cambiare le cose che non vanno nella mia città.
A: spinto da alcuni amici, e per avere la possibilità di conoscere persone nuove facendo qualcosa di utile
F: per capire se è possibile e in caso come migliorare la vita della mia città. Ritengo che sia giusto alla nostra età essere parte di un partito perché credo nella possibilità di cambiare le cose grazie all’impegno.

Come ti trovi nei Giovani Democratici? È come le persone spesso dicono degli ambienti politici?
N: mi trovo molto bene in questo ambiente, siamo ragazze e ragazzi che lottano per migliorare le tematiche che riguardano noi giovani. È un ambiente semplice e tranquillo, dove ognuno può esprimere la propria opinione; quindi è molto diverso da ciò che solitamente le persone dicono e pensano.
A: è un ambiente piacevole quello dei Giovani Democratici, con un sacco di ragazzi che partecipano e propongono buone idee e progetti, coadiuvati da membri di esperienza come Pietro Casalotto. è sicuramente diverso da come mi sarei aspettato un ambiente inerente alla politica, algido e avulso dal contesto del mondo in cui si colloca.
F: mi trovo bene. Non è facile in questo periodo trovare persone con un pensiero simile al mio e che siano disponibili ad entrare all’interno di un partito e in generale ad impegnarsi in politica senza scadere in stereotipi e preconcetti come: “io di politica non ne capisco nulla”, “non voglio sporcarmi le mani con la politica” “che ci vai a fare, i politici sono tutti corrotti” etc.

Per te la politica pensa ai giovani? E cosa dovrebbe fare il PD per migliorarne la condizione?
N: la politica sta pensando ai giovani ma probabilmente non abbastanza. Al PD chiederei un impegno maggiore di informazione tra i miei coetanei, così che tutti quelli che non ne sanno nulla (e non sono pochi) possano costruire una propria idea politica. Questo sarebbe un punto di partenza per poi costruire assieme nuove idee e proposte.
A: la politica spesso non pensa in maniera adeguata ai giovani, pur attuando talvolta dei provvedimenti che riescono ad aiutare alcune categorie, come gli studenti, ad esempio attraverso il bonus cultura di 500 euro per i neodiciottenni che ha permesso a molti l’acquisto di libri di testo. In particolare, ritengo che la politica debba occuparsi soprattutto dei giovani laureati, che spesso si ritrovano disoccupati dopo aver terminato gli studi.
F: credo che i giovani non sempre siano la priorità per la politica. Il PD per aiutare i giovani deve combattere ed eliminare il precariato, aumentando e rendendo permanenti gli incentivi alle imprese che assumono giovani; aiutare il percorso di inserimento nel mondo del lavoro post-università (ovvero il placement); migliorare i contratti di stage e tirocini extracurriculari anche con un aumento dei rimborsi previsti; investire maggiormente nella ricerca e infine introdurre la giusta proposta del salario minimo di legge.

Quindi pensi sia utile far politica? Cosa diresti alle ragazze e ai ragazzi che non sono interessati o ritengono la politica inutile?
N: far politica è utile perché è l’unico modo per cambiare davvero le cose che non vanno e rendersi conto dei progressi fatti. A chi non si interessa perché lo ritiene inutile ricordo che lamentarsi sui social senza alzarsi e fare qualcosa di concreto non ha mai portato diritti, anzi probabilmente li ha tolti. Quindi invito tutti a partecipare ad una riunione dei Giovani Democratici per saperne di più.
A: penso che fare politica sia utile, perché consente di intervenire sulle problematiche che ti toccano direttamente e che interessano la città dove vivi, facendo valere la tua posizione. A chi dice che fare politica non serve a niente vorrei rispondere dicendo che partire sconfitti è la peggiore maniera per approcciarsi ad ogni cosa nella vita.
F: credo che sia utile fare politica: dobbiamo smettere di immaginare questo mondo semplicemente come un “Palazzo” per dirla con le parole di Pasolini, ma vederlo come un ambiente dove portare le proprie idee e mettersi in gioco. Facile lamentarsi senza provare neanche a cambiare le cose e per questo sono voluto entrare in politica. Per la mia esperienza posso parlare solo del livello locale, ma quello che direi e ripeterei a chi è scettico è che far parte di un partito non significa far parte di una casta e che in questa realtà non ci sono soltanto deputati a Roma, ma ragazze e ragazzi che come me fanno attività volontaria e senza alcun guadagno.

Perché voterai PD il 4 marzo? E perché altri ragazzi e ragazze dovrebbero farlo?
N: voterò PD il 4 marzo e consiglio agli altri di farlo per il programma politico concreto che porta avanti. Vivamente vi invito ad andarlo a leggere. Personalmente i punti che più mi hanno colpito riguardano l’impegno ad aumentare i contratti di lavoro a tempo indeterminato abbassando il costo dei contributi e la previsione di un salario minimo per tutti, ma anche la difesa dell’obbligatorietà dei vaccini e l’estensione del bonus di ottanta euro per ciascun figlio.
A: voterò PD, perché oltre ad essere uno dei pochi partiti a presentare un programma serio per lo sviluppo del paese è anche uno dei pochi partiti a prendere una posizione netta contro la deriva fascista e populista che sta colpendo il nostro paese, anche e soprattutto dopo i fatti di Macerata.
F: voterò PD il 4 marzo perché è un partito serio, che non fa promesse irrealizzabili ma concrete, che non cerca di accaparrarsi voti con beceri populismi né incita all’odio, che non gioca con la paura e non parla alla pancia delle persone. La strada da fare è ancora tanta ma se c’è un partito che può far ripartire l’Italia questo è il Partito Democratico.