Feel The Bern

30 Maggio 2016
251 visualizzazioni

 

Il fenomeno Bernie Sanders

Il socialista democratico che ha conquistato i giovani statunitensi
Continua la corsa del deputato indipendente Bernie Sanders per la nomination alla convention democratica per la Casa Bianca, nonostante sia davvero improbabile che Sanders riesca a strappare all’altra candidata democratica, Hillary Clinton, la nomination.

La Clinton, infatti, conduce per 2309 delegati contro 1538 delegati per Bernie.
Sembrerebbe una disparità importante ma in realtà una sfida così combattuta non la si vedeva da decenni in casa democratica.
Il punto dunque non è capire perché Bernie Sanders stia perdendo, ma spiegare come mai un politico del Nord, ebreo, indipendente e socialista abbia potuto far tremare una candidata dell’establishment, così ben finanziata, così conosciuta, così esperta, come l’ex First Lady, ex senatrice dello stato di New York ed ex segretaria di Stato.
Come è potuto accadere che un anziano di 74 anni abbia riscosso tanto successo soprattutto tra i giovani, i quali per più del 70% di media e con picchi oltre l’80% in Nevada e in New Hampshire hanno scelto Sanders alle primarie democratiche?
Bernie Sanders è nato a Brooklyn nel 1941, New York City, da una famiglia ebrea emigrata dalla Polonia, il padre era venditore di vernici.
La sua storia politica inizia nel 1980, quando si candida a sindaco della cittadina di Burlington, sulla riva orientale del Lago Chaplain, in Vermont, dove riesce a vincere le elezioni.
Viene poi rieletto sindaco per ben tre mandati e successivamente si candida come indipendente a deputato al congresso degli Stati Uniti a Washington nel 1988. Non è eletto per un soffio, ma in seguito vince le successive elezioni del 1990, periodo dopo il quale viene rieletto per bene sette volte (mandato biennale), l’ultima nel 2012.
Oltre al fatto che il Vermont era una roccaforte repubblicana da più di un secolo e mezzo, Sanders aveva tutto contro di sé: innanzitutto, negli Usa, per quanto si possa pensare, è ancora forte il pregiudizio contro gli ebrei, in secondo luogo, non c’è stata elezione in cui i candidati indipendenti non abbiano avuto vita dura, e, infine, da sempre la parola socialista suona più come una parolaccia o un insulto che un’aggettivazione politica.
Una candidatura così solo fino a qualche anno fa era davvero impensabile.
Cos’è successo dunque?
I giovani che lo hanno votato sono i cosiddetti Millennials, nati o cresciuti quando l’Unione Sovietica era ormai un ricordo.

Si potrebbe dire per loro il socialismo è qualcosa di esotico, di diverso, una forma di aromaterapia della politica, ma la vera ragione e il vero punto di forza di Bernie è sicuramente la coerenza delle sue posizioni.

A differenza di Hillary Clinton, infatti, non ha mai votato a favore della guerra in Iraq, a differenza di Obama non ha promesso di chiudere Guantanamo senza poi portare fino in fondo la sua battaglia.
Infine lui è il candidato che è riuscito a raccogliere l’eredità del movimento Occupy Wall Street, sviluppatosi a cavallo tra il 2011 e il 2012 e che sembrava essersi vaporizzato senza lasciare traccia.

Questa è un’eredità che parla di disuguaglianze, della reazione del 99% della società contro la sfacciata ricchezza dell’1%.
Ed è questa la vera e propria alienazione dell’elettorato rispetto all’establishment della finanza e della politica che motiva le inattese performance di Sanders e ancor più di Donald Trump, nelle primarie del 2016.
L’interesse per il fenomeno di Bernie è giunto anche in Italia e nelle Marche.
Infatti, dopo che i Giovani Democratici di Macerata il 26 Aprile hanno voluto parlare di Sanders e delle primarie americane assieme a Rosa Fioravante, autrice del Libro “Quando è troppo è troppo!”, lo stesso tema sarà riproposto il 3 Giugno, nel pomeriggio, a Pesaro dalla federazione della provincia di Pesaro – Urbino e ad Ancona da quella anconetana la sera.

Qui il link dell’evento del pomeriggio

https://www.facebook.com/events/1759353700975329/