Discriminazioni nello Sport a 360 gradi. A Pesaro e in Italia.

3 Dicembre 2021
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Pesaro, 1 dicembre. Lunedì 29 novembre si è svolta la conferenza dal titolo
“Discriminazioni nello Sport”, a cura dei Giovani Democratici di Pesaro presso
il Centro socio-culturale “Novecento”. Tanti gli ospiti, tra cui Carolina
Costagrande, pallavolista ed ex giocatrice della nazionale italiana, e Raffaella
Manieri, calciatrice pesarese che ha militato in numerose squadre, tra cui Milan
e Bayer Monaco, oggi allenatrice della RaffaManieri Academy.

Lo sport e le sue problematiche

Emerge con una certa prepotenza il sessismo che vi è dietro al categorizzare gli
sport in “quelli da maschio” e in “quelli da femmina”, così come il problema del
bullismo – ricorda Andrea Salvatori di Formiche Rugby Pesaro – che per essere
sconfitto necessita di allenatori formati e capaci di affrontare la situazione.

Marco Arlati, segreteria Arcigay nazionale, è in seguito intervenuto sulle difficoltà
di fare coming out da parte degli atleti a causa dell’omofobia ampiamente diffusa
negli ambienti sportivi. Un problema puntualizzato anche da Giulia del Pivo,
Arcigay PU, che ha ribadito l’esigenza di organizzare eventi per sensibilizzare i
cittadini su questa tematica.

“C’è un buco anagrafico tra gli sportivi” – segnalano Abbagnara e Ciccardini di
UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) – i ragazzi smettono di fare sport già in
giovane età quando la competizione diventa troppo alta e tornano a farlo da
adulti quando lo sport è in grado di accogliere anche i meno bravi.

Limiti e potenzialità sociali della disciplina sportiva

Luisa Rizzitelli, presidente di Assist (Associazione Nazionale Atlete), ha invece
rivolto l’attenzione alle discriminazioni di genere dal punto di vista legale, per
cui le sportive non sono riconosciute come professioniste (a differenza dei
giocatori maschi) e di conseguenza non sono tutelate come lavoratrici.

Insomma, parlando di discriminazioni nello sport si apre una finestra su tanti
problemi: sessismo, bullismo, omofobia, razzismo e ingiustizie che sono ancora
troppo presenti nel panorama italiano. In ogni caso “lo sport è il mezzo più
efficace per trasmettere valori fondamentali come l’uguaglianza” – ricorda
Daniele Grassetti, presidente de LaPallaRotonda – semplicemente perché piace
a tutti e, se fatto nel modo giusto, è in grado di salvarci dalle discriminazioni.

Ma grazie anche alla preziosa testimonianza di Timothy Eko Osadiaye, calciatore
del Muraglia, si può confermare che, per quanta strada ancora c’è da fare, Pesaro
è sicuramente un buon esempio di inclusività.